Quando si entra in una relazione, inconsapevolmente, si comincia a tessere una trama intorno alla persona amata, una trama costituita da sottili fili psichici ed energetici che escono dal nostro corpo astrale… fino a quando, come fanno i ragni, non si avvolge completamente la persona amata in una fitta ragnatela di attaccamenti, sogni, proiezioni, aspettative e desideri.
Quando avviene una separazione, accade che questa ragnatela astrale si strappi, e il dolore che si prova è direttamente proporzionale allo spessore della rete energetica che abbiamo impiegato per legare la persona che ora ci ha lasciato.
Il dolore che si sente… sorge dal nostro corpo astrale, detto anche corpo emotivo, e, non a caso, il corpo astrale è anche la sede della nostra memoria karmica di relazione.
È a causa di tutte le memorie che riguardano situazioni mai concluse, accettate e lasciate andare nel passato, che ci ritroviamo a richiamarle nella nostra vita per doverle ri-vivere consapevolmente e fino in fondo.
Lo stesso vale per ogni tipo di sofferenza…
Nessun bambino nasce come una lavagna bianca nella Coscienza, nessuno nasce innocente, solo pochi Esseri evoluti.
Tutti ci portiamo appresso delle storie da vite precedenti.
Siamo qui per portare avanti ciò che abbiamo lasciato a metà.
E il karma agisce come una bilancia esatta a prescindere che tu abbia tre anni o sessanta.
Lavorare sulla propria evoluzione è lavorare sul proprio karma
Esercizio:
Trova del tempo libero. Metti su una musica dolce e lenta. Mettiti seduto e chiudi gli occhi e visualizza te stesso come avvolto da un bozzolo di fili energetici che ti impediscono di muoverti e di respirare. Poi, comincia a respirare lentamente e profondamente e usando le mani e la visualizzazione creativa, comincia a liberarti dal bozzolo, con molta dolcezza ed amorevolezza. Fai che il tutto duri più di cinque minuti, togli tutti i fili che ti legano e lascia che ogni parte del bozzolo cada e si dissolva nella terra. Alla fine mettiti in piedi e danza, celebra, respira e prova un forte senso di gioia e di libertà.
Roberto Potocniak